La facciata verso viale Trinità de' Monti è severa,
semplice e disadorna, diversa da quella verso il giardino, vasta,
ariosa e arricchita da nicchie, bassorilievi, ghirlande e
medaglioni. La facciata interna fu infatti splendidamente adornata,
come oggi si ammira, in una soluzione di museo-giardino. Questo
gusto di incastonare bassorilievi e statue su una facciata era
frutto della nuova moda del collezionismo antiquario creatosi a
Roma alla fine del Cinquecento per la presenza di un'enorme
quantità di materiale archeologico rinvenuto in molte proprietà e
altrove, e quasi sempre in modo fortuito. Le statue e i busti che
si trovavano nelle nicchie della facciata sul giardino sono
scomparsi, ma il resto testimonia il perfetto accordo con
l'architettura che ha conferito alla facciata un carattere unico,
frutto della trasformazione di Ferdinando de' Medici. Tutte le
vedute fornite dalle fonti, mostrano la ricchezza di una facciata
completamente ricoperta di rilievi, busti e statue. Oggi soltanto i
rilievi romani testimoniano l'antica grandezza. La facciata interna
della villa è di gusto tipicamente romano, per l'incastonatura dei
bassorilievi, l'inserimento di statue e medaglioni ad imitazione
dei ninfei delle antiche ville romane, mentre fiorentino è il
motivo delle sei colonne e della serliana centrale. Nella villa i
Medici raccolsero una collezione (oltre quella già proprietà Ricci)
composta da 128 statue, 54 busti e teste, 28 bassorilievi, 31
colonne. Tra queste statue furono acquistati il gruppo dei Niobidi
del 1583, l'Arrotino, la celebre Venere, detta dei Medici. Divenuto
granduca il cardinale si trasferì a Firenze e quindi si fermarono i
lavori intrapresi senza che fossero conclusi. La maggior parte dei
pezzi fu trasferita a Firenze. Le opere più famose furono
nuovamente inviate a Firenze e il resto fu conservato nella
galleria, oltre ai pezzi più importanti sparsi nel giardino, con
una chiara finalità museografica simile a quella dei Musei
Capitolini. Dal 1780 la spoliazione della villa diventa
sistematica, le nicchie della galleria e della terrazza del bosco
vengono private delle statue, come quelle della facciata del
palazzo emigrano a Firenze i grandi bronzi, le colonne, le teste
più significative. I pezzi che non trovarono posto nella nuova
disposizione furono dispersi in vendite antiquarie.